Buongiorno a Berlino.
A quella città che oggi ricorda più del solito.
A tutti gli anni che hanno segnato la storia.
A chi c’era.
A chi c’è stato.
A chi c’è ancora.
A chi non c’è più.
A chi lo ha vissuto sulla sua pelle.
A chi lo ha visto solo più tardi.
A chi vede le macerie.
A chi osserva i ricordi.
A chi si copre gli occhi.
A chi non vuole ricordare.
A chi esulta come fosse anni fa.
A chi gioisce.
A chi si emoziona.
A chi afferra e stringe quelle mani che non aveva per tanto tempo tra le sue.
A chi ha abbattuto il muro.
A chi ha buttato giù quello dentro di sé.
A chi sa cosa vuol dire tenere in mano un pezzo di cemento e stringerlo fino a farsi male.
A chi sa il significato di lasciarlo andare e farlo cadere per non vederlo mai più.
Rugiada e Aurora