Buongiorno a chi c’è stato.
A chi in questi giorni si è stretto intorno a un camino.
A chi c’era quando abbiamo scartato quel regalo.
A chi ha visto i nostri sorrisi.
A chi ha condiviso il sorriso di una nonna o quello di un nonno.
A chi ha baciato sotto il vischio.
A chi si è abbracciato vicino un albero.
A chi c’era a quel tavolo di carte.
A chi c’era, ma mangiava noci.
Buongiorno a chi era lì ma si sentiva di troppo.
A chi ha pensato di essere “uno dei tanti”.
A chi non si sentiva a casa.
A chi è stato accolto a braccia aperte perché la casa non sono solo quattro mura ma è dove ti senti amato.
A chi ha fatto quel che ha potuto “sempre che serve a qualcosa”.
Buongiorno ai volontari che sono stati vicini a chi ogni giorno è sempre un po’ più solo.
A loro che hanno regalato un momento di gioia a chi non lo se aspettava.
A chi non ha chiesto niente e ha ricevuto.
A “chi ha dato ha dato e poi chi ha preso ha preso tutto quel che c’era”.
Buongiorno, infine, a chi c’era anche da lontano.
A chi ha festeggiato anche con una persona in un altro continente.
A chi in una città diversa.
A chi si è commosso al telefono o davanti una webcam.
A chi ha festeggiato come ha potuto.
A chi la lontananza non è mai abbastanza per legare due persone.

Rugiada.