Buongiorno a chi ricorda.
A chi oggi lo fa più delle altre volte.
A chi si ricorda per filo e per segno ogni secondo.
A chi sa benissimo dove stava e cosa stava facendo.
A chi non ci credeva.
A chi non lo riteneva possibile.
A chi si è messo le mani alla bocca e ha soffocato un urlo.
A chi si è messo a piangere, ogni ora un po’ più forte.
A chi incrociava le mani.
A chi pregava, non sa bene chi o cosa, ma lo faceva.
A chi prendeva in mano un telefono.
A chi da quella cornetta non voleva staccarsi.
A chi sentiva il suo ultimo respiro andar via.
Buongiorno a chi ricorda il boato.
A chi al solo pensiero trema.
A chi ha vissuto ogni minima sensazione.
A chi aveva amici lì.
A chi aveva una famiglia che oggi non c’è più.
A chi ha camminato in quelle strade e ha visto cosa c’era.
A chi, a testa alta, non si rende conto di com’è potuto accadere.
A chi in mezzo a quelle vie si è seduto e, a testa bassa, a occhi chiusi, ha immaginato tutto.
A chi sa che l’immaginazione non è realtà.
A chi gli si è stretto il cuore a vederlo davvero.
A chi ha lasciato una parola.
A chi un fiore.
A chi ha accesso mille candele, e continua a farlo.
Buongiorno a chi non ricorda solo oggi.
A chi lo fa sempre.
A chi più lo fa, più fa male.
A chi oggi chiude i giornali e spegne la televisione.
A chi non vuole rivivere niente perché lo fa ogni giorno.
A chi chiude le mani e pensa solo a quello.

Rugiada.
11settembre